“CARTELLE PAZZE” DI EQUITALIA: FACCIAMO CHIAREZZA
487
post-template-default,single,single-post,postid-487,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-3.3.1,woocommerce-no-js,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,qode-content-sidebar-responsive,columns-3,qode-product-single-tabs-on-bottom,qode-theme-ver-30.8.1,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-7.9,vc_responsive
 

“CARTELLE PAZZE” DI EQUITALIA: FACCIAMO CHIAREZZA

Recentemente, sul quotidiano “Il Giornale” è apparso un titolo a caratteri cubitali circa le presunte cartelle false recapitate da Equitalia a più o meno ignari cittadini. Sicuramente si tratta di una campagna
mediatica e non sta a noi affermare quanto ci sia di vero.
Tuttavia ultimamente Equitalia – che è un mero concessionario addetto alla riscossione, non è un
ente impositore bensì un’azienda privata a scopo di lucro, si badi bene – ha inviato una serie
di cartelle ai contribuenti per somme già pagate (anche parzialmente), prescritte o indebite
(perché magari si è goduto di un’agevolazione).

Perché è stato fatto ciò? Equitalia, come detto, è un’azienda privata a scopo di lucro: i suoi guadagni dipendono dalle cartelle effettivamente incassate. Facendo invii massivi di cartelle per somme prescritte o non dovute, con un’operazione eticamente scorretta ma giuridicamente possibile, ha intimato ai
contribuenti – spesso ignari dei propri reali diritti – il pagamento delle somme. Questo perchè diritti
come la prescrizione o l’eccezione di indebito o il difetto di atto esecutivo devono esser fatti
valere dalla parte debitrice necessariamente.
In tale maniera decine e forse centinaia di persone, anziché consultarsi con il proprio avvocato o il
proprio commercialista, si sono recati ad Equitalia e si sono visti rispondere: “può fare una comoda
rateizzazione!”

· Cosa comporta il pagamento del debito o la rateizzazione dello stesso?
Anche in presenza di cause estintive del debito o di difetti del titolo esecutivo, il pagamento o la
rateizzazione comportano un riconoscimento e una conseguente accettazione del debito,
condecadimento dei diritti di prescrizione e di azione in opposizione: in buona sostanza, si fa un
regalo ad equitalia, in quanto si fa rivivere un debito scaduto o non più esigibile

· A quanti anni ammonta la prescrizione? E cosa succede se non la si fa valere?
La prescrizione per i crediti tributari è di 5 anni dal momento in cui il carico viene iscritto a ruolo
(dato ricavabile dalla cartella). Se la prescrizione o altro difetto del titolo non sono fatti valere,
Equitalia, anche per un credito prescritto o inesigibile, può avviare azioni esecutive a carico del
debitore ( ipoteche, pignoramenti ecc. )

· Qual è la soluzione?
La soluzione, nel caso in cui ci si trovi davanti a crediti prescritti, già pagati o comunque non
dovuti, è avviare un ricorso in autotutela o un procedimento di sgravio. La procedura puó essere
fatta dal singolo cittadino, ma data la complessità della normativa fiscale (e le sanzioni se la
procedura non viene fatta correttamente), è bene rivolgersi a un avvocato, il quale, con costi
accessibili, vi aiuterà nella vostra pratica. I tempi sono tra i 60 e i 220 giorni, al termine dei quali, se
l’amministrazione non risponde, il ricorso si ha per accolto e il debito per estinto.

Confidando di esser stati d’aiuto, restiamo a vostra completa disposizione.

 

di Alessandro Scavo – Valore Aggiunto Srl